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Addio a Gianni Minà

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Il grande giornalista torinese è scomparso nella serata del 27 marzo a 84 anni a Roma

Roma, 28 marzo 2023- Gianni Minà, 84 anni, storica figura del giornalismo italiano e anche mondiale, è morto nella serata del 27 marzo 2023, nella clinica “Villa del Rosario”, dopo una breve malattia cardiaca.

 

La notizia è stata diffusa dalla famiglia attraverso il profilo ufficiale su Facebook, del giornalista.

 

Nato il 17 maggio 1938 a Torino, da una famiglia di origini siciliane, iniziò fin da giovanissimo la carriera giornalistica con il la testata sportiva “Tuttosport” ( di cui sarà anche direttore, per un paio di anni, tra il 1996 e il 1998), per poi iniziare a collaborare l'anno dopo con la Rai, in occasione dei Giochi Olimpici estivi di Roma del 1960. Dal 1965 inizierà, seppur da precario, a collaborare più intensamente alla realizzazione nelle Reti televisive di Stato di documentari non solo legati allo sport, ma alle dinamiche della vita sociale, economica e politica dell'Italia e del resto del mondo.

Proprio in quel periodo stringerà rapporti personali di amicizia ( che gli saranno utili anche per realizzare delle interviste “eccezionali”) con Cassius Clay, Sergio Leone, Bob De Niro, per citarne alcuni.

 

 

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Nel 1976, dopo la riforma della Rai, viene assunto stabilmente al Tg2 dal nuovo direttore, Andrea Barbato e inizierà a collaborare non solo alla testata giornalistica ma anche con la Rete 2, in particolare modo con Giovanni Minoli, che lo vorrà insieme nella realizzazione del suo nuovo programma di approfondimento giornalistico, “MIxer”, nel 1981. Successivamente, avrà l'occasione di condurre un programma di approfondimento e intrattenimento domenicale sulla seconda rete Rai, “Blitz”, che sarà di fatto una valida alternativa alla programmazione “generalista” della Prima rete, che invece mandava in onda, “Domenica in…” condotta da Pippo Baudo.

Nel 1987 realizzerà una storica intervista, che diventerà un docufilm premiato in vari festival internazionali, all'allora Segretario del Partito Comunista Cubano e di fatto Leader supremo di Cuba, Fidel Castro. Nella sua carriera non mancheranno interviste a premi Nobel, Campioni del mondo di calcio ( Paolo Rossi e soprattutto Diego Armando Maradona, che lo considerava “un amico”) e in generali figure  di rilievo della seconda metà del XX secolo.

Con l'inizio del XXI secolo, la carriera di Minà si allontanerà dalla produzione televisiva e si concentrerà su quella letteraria e negli ultimi anni il suo impegno sarà tutto dedito alla realizzazione di una “Fondazione Minà” tesa a non disperdere tutto il materiale giornalistico di vario tipo ( audiovisivo, fotografico e non solo) che aveva accumulato in quasi cinquanta anni di carriera.

 

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