Roma, 23 settembre 2023-Il Presidente della Repubblica emerito, Giorgio Napolitano, è morto all'età di 98 anni nel tardo pomeriggio del 22 settembre 2023 in una clinica romana. L'ex Capo dello Stato era ricoverato da diverso tempo a seguito dell'aggravarsi delle sue condizioni, già debilitate lo scorso anno da un intervento all'addome da cui comunque l'uomo politico si era inizialmente ripreso abbastanza bene.
Napolitano è stato una delle figure più importanti della storia della Repubblica Italiana. Nato nel giugno 1925 da una famiglia liberale partenopea, dopo avere avuto una formazione universitaria inquadrata come tanti suoi coetanei nei GUF ( Gruppi Universitari Fascisti), nel 1944 inizia ad aderire culturalmente al PCI, per poi divenire uno dei maggiori esponenti dell'ala cosiddetta “amendoliana”, legata a Giorgio Amendola, uomo che nel Partito Comunista rappresentava l'ala più aperta ad un dialogo con le forze socialdemocratiche.
Nel 1953 entra il Parlamento, venendo eletto la prima volta alla Camera dei Deputati e nel frattempo assume un ruolo sempre più rilevante nel PCI. Dopo la morte di Palmiro Togliatti nel 1964, diviene vicesegretario nazionale, incarico che manterrà fino al 1972, quando al posto di Luigi Longo Segretario viene eletto Enrico Berlinguer.
Tra Napolitano e il leader sardo vi sarà una diversità molto forte di opinioni sull'atteggiamento da assumere verso le socialdemocrazie europee e in Italia nei rapporti con il PSI di Bettino Craxi mentre a livello di politica internazionale, l'apertura alla Nato di Napolitano ( che si tramuterà in un primo “storico” viaggio negli Usa nel 1978, per un leader comunista, concesso appunto a Napolitano dal Dipartimento di Stato Usa) diventerà poi almeno in parte patrimonio di Berlinguer dal 1976 in poi.
Per Napolitano, la “riscoperta” del suo ruolo e della sua linea politica avverrà dopo la fine del comunismo. Sarà l'uomo che il PDS indicherà come Presidente della Camera nel 1992, dopo l'elezione di Scalfaro al Quirinale ( l'esponente democristiano piemontese era stato eletto al massimo scranno di Montecitorio un mese prima) e poi nella stagione dell'Ulivo al governo sarà Ministro degli Interni nel Governo Prodi tra il 1996 e il 1998.
Terminata l'esperienza governativa, Napolitano sarà eletto al Parlamento Europeo nel 1999 e nel 2004 sembrerà terminare la sua esperienza politica. Ma nel 2005, Carlo Azeglio Ciampi, Presidente della Repubblica in carica in quel momento storico lo nominerà Senatore a vita e quando nel 2006 col nuovo Parlamento uscito dalle elezioni del 3 aprile sarà necessario trovare il nuovo inquilino del Quirinale, la maggioranza di centrosinistra opterà per il suo nome ottenendo una astensione del centrodestra e il voto a favore dei centristi di Pierferdinando Casini.
Il settennato di Napolitano Presidente della Repubblica sembrerà partire con molta tranquillità e senza particolari necessità di intervento. il 9 luglio 2006 sarà a Berlino, (come il suo predecessore Pertini era andato a Madrid l'11 luglio 1982), per sostenere la nazionale italiana di calcio nella finale della Coppa del Mondo di Calcio contro la Francia. La presenza del Capo dello Stato porterà fortuna anche stavolta e l'Italia vincerà il suo quarto mondiale.
E fino al 2008 il suo mandato sarà caratterizzato dal desiderio di essere il più “terzo” possibile rispetto alle vicende politiche tra centrodestra e centrosinistra . Con la vittoria netta alle elezioni politiche anticipate nella primavera di quell'anno della maggioranza di centrodestra guidata da Silvio Berlusconi inizierà una nuova legislatura che sarà caratterizzata dal profilarsi sull'orizzonte di una nuova crisi economica che partirà dagli Usa con la crisi dei mutui subprime ma che nel 2011 si diffonderà in Europa e toccherà il nostro Paese per via dell'aumento dello spread e che costringerà Napolitano a dovere assumere un ruolo più “interventista” per evitare che il Paese toccasse il rischio del fallimento. Da qui l'opera di moral suasion nei confronti di Berlusconi affinché lasciasse Palazzo Chigi e la immediata nomina di Mario Monti, tecnico per eccellenza, al suo posto per la nascita di un governo di unità nazionale che dovesse rassicurare i mercati e le istituzioni internazionali.
Allo scadere del suo primo mandato, Il Presidente uscente era intenzionato a non cercare in nessun modo il bis, ma la nuova legislatura uscita dalle urne a febbraio 2013, dove il Pd di Bersani aveva sfiorato la vittoria ma non aveva i numeri e dove vi era la novità di un partito antisistema come il M5S al 25%, non sarà in grado di eleggere un successore e tutti i partiti “ di sistema” gli andranno a chiedere al Quirinale di accettare un secondo mandato.
Napolitano, non senza dubbi, accetterà a patto che il suo mandato fosse “ a tempo”, limitato a cercare di avviare un processo di riforma costituzionale di cui il Paese sembra avere bisogno da 40 anni ma che non decolla quasi mai. In questa sua seconda esperienza Il Presidente darà il battesimo a due governi, il Letta I e il Renzi I, con la speranza di avere portato a termine il proprio lavoro.
Nel gennaio 2015 si dimetterà e alle soglie dei 90 anni ritornerà a casa con la moglie, ma di fatto la sua presenza, le sue parole, i suoi moniti,sarà presente nella cornice politica del nostro Paese fino agli ultimi giorni della sua vita.