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Con il Figlio sbagliato, torna la migliore Camilla Lackberg

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Dopo aver tentato un approccio più educativo, la scrittrice svedese torna agli inizi con l'11° episodio della serie 'I delitti di Fjällbacka'

Torna la coppia Erica e Patrik, investigatori per passione e per mestiere, e torna la grande Camilla Läckberg. Quella dei grandi romanzi polizieschi, quasi horror per delitti agghiaccianti, trame complesse e colpi di scena a ripetizione.

Dopo una parentesi di romanzi dalle intenzioni didattiche progressiste nel filone revanche femminista e solidarietà tra donne, che probabilmente le ha alienato le simpatie dei suoi ammiratori, soprattutto tra gli amanti del filone thriller creato dalla scrittrice svedese, l’autrice ha rimesso mano alla serie ‘I delitti di Fjällbacka’, pubblicando l’ultimo libro attualmente nelle librerie italiane: ‘ Il figlio sbagliato’.

La storia risveglia dal letargo Erica Falck e Patrick Hedström, le cui avventure erano terminate con il decimo volume della serie ambientata a Fjällbacka (il villaggio natale della stessa Camilla Läckberg), che oggi si è arricchita dell’undicesimo capitolo.

Erica è una scrittrice-investigatrice che studia cold case irrisolti, pubblicando libri di successo e spesso aiutando le indagini del marito Patrik, poliziotto pregevole ma sminuito da un capo incapace.

Gli omicidi sono efferati e più che cruenti, coperti da menzogne, risentimenti, precedenti oscuri di cui nemmeno la polizia sembra avere traccia. Ritmo intenso, dove forti emozioni sono alternate a riflessioni sulla letteratura, sulla società, sulla famiglia.

E, su tutto, una figura al di sopra di tutti per bellezza, cultura, creatività ma che sconta la negazione dell’espressione di sé stesso, della propria natura, cercando disperatamente di vivere l’amore, finendo per essere colpevolizzato.

Con questo personaggio Läckberg mantiene vivo il messaggio progressista educativo che ama diffondere, senza però svilire i contenuti narrativi ad uso di una comunicazione sociale.

“Con l’età ho capito che ho una voce pubblica e che la gente mi ascolta – aveva detto Läckberg - Ora voglio usarla per parlare di temi che mi stanno a cuore”.

Ma la decisione non è stata felice. Il risultato sono stati due volumi: ‘La gabbia dorata’ e ‘Ali d’argento’, apprezzabili per i contenuti sociali, ma decisamente noiosi e, soprattutto, poco avvincenti per i lettori abituati all’impatto scioccante degli incipit dell’autrice nordica, alle traumatizzanti e cruente scene del delitto, alla suspence che attanaglia il lettore fino all’ultima pagina.

Camilla deve aver realizzato di aver compiuto un passo falso ed è rapidamente tornata ai precedenti allori. 

Prima ha avviato una fruttuosa collaborazione con Henrik Fexeuss, affermato mentalista di fama internazionale, con cui ha pubblicato i due volumi: ‘Il codice dell’illusionista’ e ‘La setta’, dove, se possibile, i dettagli feroci e sanguinosi diventano ancor più sadici e spietati, mentre, riprendendo il classico format dell’autrice svedese, si dà vita alla coppia di protagonisti: Mina Dabiri, poliziotta acuta con un difficile profilo misofobo, e Vincent Walder, mentalista che non può fare a meno di ridurre la vita a serie numeriche.

E finalmente è tornata al classico, ripartendo da Fjällbacka e dalla famiglia dei due protagonisti alle prese con un numero crescente di bambini turbolenti e con una serie impressionante di delitti che terranno attaccati alle pagine i lettori dell’ultimo capitolo della fortunata serie.

 

Ludovico Tallarita

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