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Arts & Culture

Il funerale all’italiana: due giovani artiste lo rappresentano al Teatro Basilica a Roma

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Rimarremo morti per molto più tempo di quanto siamo stati vivi...

Roma - 28 marzo 2024 _ Sarà in scena al TeatroBasilica dal 3 al 7 aprile Il funerale all’italiana. 

Da Eduardo alle memorie familiari, dall’antropologia alla religione, il funerale è certamente la cerimonia sociale più celebrata e partecipata.

Non senza slancio comico, una giovane autrice e interprete esplora il funerale all’italiana. È un monologo che non vorrebbe essere un monologo. Vorrebbe essere una celebrazione, un momento collettivo, un racconto condiviso. Il pubblico viene accolto in sala come in una chiesa, invitato a partecipare ad un funerale che però non si compie, che si trasforma in gioco, aneddoto, racconto. 

La narrazione sfugge, si perde tra passato e futuro, in continuo gioco di rimandi e passaggi di tempo che ci parlano di famiglia e tradizione, di antenati e di discendenze. Andando ad incontrare i morti e i vivi e abitandone i corpi, l’interprete traccerà un percorso all’interno della memoria e del rito funebre, oggi incrostato di formalità, alla ricerca di un momento di verità in cui, forse, possa essere ancora possibile il senso di un rituale.

Funerale all’italiana è scritto a quattro mani da Benedetta Parisi e Alice Sinigaglia. La prima lo intepreta sulla scena, la seconda ne è la regista.

Al pubblico Sinigaglia fa una particolare richiesta, coivolgendolo nella scenografia e nella stessa rappresentazione, promuovendolo da spettatore a cointeprete.

Gli spettatori sono invitati ad indossare un abito nero, metter su la faccia da ‘addolorato’, di portare un fiore, di restare in silenzio, di guardare quel pulpito che stranamente svetta sul palco e di giocare con le autrici alla messa. 

Il teatro è pieno di fiori, i volti dei santi si intravedono nella fioca luce delle candele, non un solo faro è stato acceso. Poi dalla platea qualcuno prende parola, l'attrice decide di fare l'attrice, a lei l'onere della commemorazione. La nonna è morta e non c'è nessuno a celebrarla, il prete non è venuto e salire su quel pulpito per togliersi dall'imbarazzo adesso spetta a lei e a lei sola. 

La messa inizia e l'attrice inizia a giocare con il rito, trasformandolo in una festa, costruendo insieme ad ognuno dei presenti una nuova ricorrenza che possa essere di tutti, poiché di tutti è la morte e la sua eterna celebrazione. Una messa profana in cui sacri sono solo gli affetti, i ricordi, le voci. Una su tutte quella del nonno (voce off Michele Coiro) sempre presente, che per mano ci accompagna verso la fine.

Ludovico Tallarita

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