Roma - 21 novembre 2022 _ Ecco la seconda e ultima parte della intervista al generale Domenico Rossi, che tra il 2014 e il 2018 fu sottosegretario alla Difesa nei governi di Matteo Renzi e Paolo Gentiloni, quando ministro era Roberta Pinotti. L'alto ufficiale dell'esercito in congedo fornisce una sua opinione in merito al potenziale uso di armi nucleari in Ucraina e inoltre delinea un quadro molto attento sulle emergenze che nascono e muoiono nell'Asia ( Iran e Corea del Nord).
1) Il Capo di Stato Maggiore Usa Milley ha voluto evidenziare ancora una volta un dato tecnico-militare: le forze ucraine difficilmente, anche con tutti gli armamenti possibili, non potranno mai recuperare il 100% dei territori invasi dalle truppe russe. Lei condivide questa affermazione?
Mi sento di condividerla in pieno e soprattutto nel breve e medio termine.
Occorre infatti preliminarmente evidenziare che in questi 9 mesi le forze russe non hanno avuto la forza di raggiungere gli obiettivi a Nord e si sono man mano ritirate gravitando questa volta a est e sud, raggiungendo in questi settori notevoli successi ora solo ridimensionati ,ma non annullati dalla controffensiva ucraina.
In particolare ,le forze russe pur perdendo terreno e città importanti, per ultima Kherson, si sono fortificate e hanno ad esempio ,con la ritirata da quella città ,messo tra loro e le forze ucraine un ostacolo naturale come il fiume Dnipro, per il cui attraversamento tanto sangue avevano versato. Le forze ucraine non possono avere la forza ,pur con il sostegno delle armi in afflusso, per respingere le forze russe oltre confine.
Inoltre, stiamo andando verso il periodo invernale con logica difficoltà nelle operazioni che tale stagione forzatamente comporterà.
A tutto questo si deve aggiungere che solo nel giro di qualche altro mese la federazione russa potrà completare o comunque maggiormente addestrare le truppe mobilitate recentemente.
2) In questa guerra di aggressione russa, più volte è stata minacciata da Putin la possibilità di utilizzo di una arma nucleare tattica per determinare in maniera definitiva l'esito del conflitto. Onestamente lei pensa che tale utilizzo sia possibile? Pensa che nella catena di comando che passa da Putin a coloro che devono lanciare ordigno atomico qualcuno potrebbe dire "no"?
Premetto che nessuno ritiene possibile l'utilizzo di armi nucleari strategiche per gli effetti globali che avrebbero.
In linea prettamente teorica invece l'impiego di un arma nucleare tattica potrebbe essere prevista dalla Federazione Russa che ne ha ampia disponibilità.
Peraltro, non vedo realisticamente tale impiego per due motivi.
Il primo, quello più importante , è che vi è il rischio di innescare veramente un conflitto con la Nato, atteso che i Paesi Nato non potrebbero rimanere insensibili a tale impiego.
Il secondo è che non vedo grossi risultati da un punto di vista tattico ma solo dimostrativo. Inoltre probabilmente aumenterebbe ,dinanzi a tale ferocia, la volontà di resistere fino alle estreme conseguenze da parte ucraina.
Mi auguro che qualcuno possa opporsi alla volontà di Putin . Questi però sembrerebbe aver dimostrato ferocia nei confronti di oligarchi non fedeli od oppositori, morti in circostanze molto strane, nonché assoluta determinatezza nella sostituzione ormai di innumerevoli generali/Comandanti per inefficacia nel Comando e forse per parziale attuazione di ordini.
3) Generale, crede che sarà possibile, dopo la fine del conflitto "fidarsi" a livello di sicurezza internazionale della Federazione Russa, se Putin rimarrà a capo della Stessa?
Credo che sia che rimanga Putin sia che si instauri in Russia una nuova Governance ,il mondo non sarà più quello di prima. Ci vorranno anni prima che si possa ricreare un clima di pacifica convivenza e di pari relazioni.
Dobbiamo infatti pensare che la situazione, quanto meno quella esistente fino al 2014 non era altro che il risultato prima di 40 anni di guerra fredda fino alla dissoluzione dell'U.R.S.S. e poi di 30 anni di ulteriori esperienze e di avvicinamento tra due mondi.
Per ripartire occorrerà soprattutto che i rapporti si instaurino non solo rispettando le esigenze di sicurezza di entrambi i mondi specie in Europa, ma anche evitando politiche aggressive come quelle che la Federazione Russa sta portando avanti da tempo ad esempio n Africa.
4) Generale, passiamo dall'Europa all'Asia. Quanto ritiene credibile la minaccia atomica della Corea del Nord? Che tipo di "gioco" pensa stia facendo il suo dittatore, Kim Jong Un? E in merito alla proliferazione nucleare iraniana, lei ritiene che se questa sfociasse nella costruzione dell'atomica khomeinista potrebbe essere "gestibile" o sarebbe sostanzialmente il "la" per una guerra in Medio Oriente di proporzioni mai viste?
Per quanto riguarda la minaccia atomica coreana non ho ovviamente le informazioni per potere affermare che si tratti di una minaccia reale. Il problema però come in ogni parte del mondo non è il possesso dell'arma nucleare ,quanto la catena di comando che può dare il via all'effettivo impiego. In tal senso nel momento in cui questa possibilità è accentrata in un unico uomo la minaccia dell'impiego di qualsiasi arma ivi compresa quella nucleare non può essere esclusa e può diventare reale. In ogni caso al momento in Corea del Nord ovviamente c'è una forte dose di propaganda anche per motivi di compattezza interna.
Per quanto riguarda l'Iran è un Paese talmente in fermento che nulla può essere escluso, anche il progressivo cambiamento o la subitanea destituzione di una governance teocratica e anti-occidentale, quale è quella che ora governa a Teheran.
Peraltro in questo caso ,laddove veramente l'Iran arrivasse alla disponibilità dell'arma atomica, non si può pensare che chi governi attualmente il Paese ( un sistema di governance quantomeno duale) , e non un dittatore come in Corea del Nord, non sappia cosa potrebbe comportare l'impiego in funzione soprattutto anti israeliana di questa arma micidiale.
Mi pare ovvio che se si decidesse di proseguire su questa strada si innescherebbe una guerra in medio oriente di proporzioni mai viste, di fatto una potenziale guerra mondiale.
Angelo Pugliese