Bruxelles - 18 aprile 2024 _ Conoscete i temi all'ordine del giorno del Consiglio europeo. Nella giornata di ieri si è parlato soprattutto di politica estera, con la conferma di posizioni che sono state già espresse nei precedenti Consigli, ma con una novità molto importante, che era stata una richiesta italiana e che riguarda il tema del Libano e del sostegno europeo a un Libano in estrema difficoltà, anche per quello che riguarda la questione dei numerosissimi rifugiati siriani che attualmente si trovano in Libano, che in una situazione già molto complessa per la popolazione rischiano chiaramente di portare ulteriori difficoltà.
Abbiamo chiesto che ci fosse questo riferimento nelle conclusioni del Consiglio. La Commissione europea sta già lavorando su questo tema. Era un'iniziativa italiana che segue anche la visita che abbiamo fatto qualche settimana fa in Libano. Nelle conclusioni l'intento europeo di aiutare in questo senso è molto chiaro. Io ho parlato questa mattina con la Presidente della Commissione von der Leyen della materia migratoria nel suo complesso, mettendo insieme il tema del Libano e quello della Tunisia - siamo stati in Tunisia nella giornata di ieri. L'andamento dei flussi dei migranti irregolari verso l'Italia che diminuiscono in maniera significativa dimostra che il lavoro che abbiamo fatto porta pian piano dei risultati. Chiaramente anche la Tunisia è una Nazione con la quale bisogna continuare a lavorare, non possiamo pensare di risolvere i nostri problemi trasferendoli ad altre Nazioni. Quindi con la Presidente von der Leyen ho parlato anche del tema dei rimpatri verso i Paesi di origine, del coinvolgimento delle Organizzazioni Internazionali sui rimpatri volontari assistiti dalla Tunisia ai Paesi di origine. C'è poi la questione della Libia che pure stiamo affrontando sempre con la Commissione europea, sulla quale spero che ci possano essere degli sviluppi nei prossimi giorni.
Questo per quello che riguarda a grandi linee la giornata di ieri.
Nella mattinata di oggi, come sapete, ha presentato Enrico Letta, che era stato incaricato di portare il suo rapporto sul mercato unico dell'Unione europea. È un lavoro che io considero molto interessante - voglio per questo ringraziare Enrico Letta -, ci sono tanti spunti che secondo me prendono spunto - scusate la ripetizione - anche dal lavoro che sta facendo il governo italiano, dall'esempio italiano, ma ci sono sicuramente spunti molto importanti: la necessità di rafforzare l'industria europea tenendo comunque conto anche della nostra vocazione manifatturiera; c'è il riferimento all'autonomia strategica, con particolare attenzione all'energia e alle reti in connessione con i Paesi terzi, che è il lavoro che in qualche modo noi facciamo con il Piano Mattei.
C'è un riferimento - che io considero molto coraggioso, anche se non dovrebbe esserlo - al tema della natalità, che è stato messo in questo rapporto, che è forse la più grande sfida economica che l'Unione europea ha di fronte se noi vogliamo mantenere il nostro sistema di welfare. Lo abbiamo detto tante volte, ma l'Europa non ha mai affrontato in modo strutturale questa materia.
Così come condivido il riferimento alla libertà di restare, cioè come fare in modo che i nostri giovani, che le nostre eccellenze migliori, non trovino in altri mercati uno sbocco migliore di quello che riescono a trovare da noi.
E soprattutto è stato posto il tema delle risorse, perché poi possiamo avere, e lo abbiamo detto tante volte, le strategie migliori da mettere in campo, ma se vogliamo perseguire quelle strategie allora c'è bisogno delle risorse. Si sa quale è il dibattito in seno all'Unione europea sul debito comune, proposta sostenuta dal governo italiano come voi sapete molto bene. Enrico Letta pone la questione, che poi è stata ripresa anche nel dibattito successivo e nelle conclusioni del Consiglio, circa la capacità di riaprire un dibattito per mobilitare i capitali privati su queste sfide, per fare in modo che quei capitali possano rimanere nel mercato europeo, invece di trovare anche qui, spesso, troppo spesso, condizioni migliori in altre realtà.
Questo, a grandi linee, è stato un dibattito che è durato più di quanto non ci saremmo aspettati, per questo non riuscirò ad andare al Salone del Mobile di Milano.
Approfitto della vostra presenza per scusarmi con gli organizzatori del Salone del Mobile, avrei voluto esserci perché è uno degli eventi più importanti del nostro Made in Italy, delle nostre eccellenze.
E concludo. Questo era l'ultimo Consiglio europeo di questa legislatura. Quando ci rincontreremo saremo in uno scenario diverso. E quello che posso auspicarmi io, nonostante il lavoro che abbiamo fatto in questi mesi, in questo anno e mezzo in cui abbiamo cercato di cambiare le priorità o il modo di vedere dell'Europa su alcune grandi materie - penso al tema proprio della migrazione, ma non solamente al tema della migrazione, penso al tema della sostenibilità ambientale collegato alla sostenibilità economica e sociale – è che quando ci incontreremo la prossima volta saremo di fronte a un'Europa diversa, di fronte a un'Europa più capace di rispondere a queste grandi sfide, alle grandi sfide di politica estera, alla difesa dei propri confini, all'autonomia strategica, alle catene di approvvigionamento fondamentali e a un approccio meno ideologico e più pragmatico per i problemi dei cittadini.
Foto cortesia della Presidenza del Consiglio dei Ministri
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