Roma - 28 novembre 2023 _ Cuore di cane, la parodia morale di Michail Bulgakov sarà in scena al TeatroBasilica dal 30 novembre al 3 dicembre 2023.
Sul palcoscenico la Compagnia Licia Lanera, composta dal compositore di musica elettronica Tommaso Qzerty Danisi e dalla stessa Licia Lanera, che firma anche la regia.
La rappresentazione è inserita in un progetto in tre tempi dal titolo Guarda come nevica. Cuore di Cane è Il primo capitolo, realizzato nel 2018, successivamente sono seguiti Il Gabbiano di Cechov nel 2019 e I sentimenti del maiale di Majakovskij nel 2020.
Licia Lanera ha sempre usato il teatro come una sonda che entra nell’umano per svelarne le paure più grandi e gli istinti più feroci e la letteratura russa è stata sua alleata.
In questo lavoro la protagonista recita con il viso coperto da una maschera e porta chi la guarda in un altro tempo e un altro spazio, perché solo scardinando ogni rapporto con il realismo si può arrivare all’essenza del teatro, al nocciolo della questione.
Di particolare effetto in questo allestimento è la trama musicale, che accompagna in scena l’arte di Licia Lanera e costituisce parte integrante del racconto. Gli effetti sonori contribuiscono a proiettare lo spettatore nell’atmosfera moscovita, riprendendo la bufera, le lamiere che sbattono, matite che scrivono su pagine di diari, trivelle e seghe che aprono scatole craniche, tacchi di scarpe che corrono e voci. Voci tutte affidate alle sperimentazioni vocali della protagonista.
In un suo commento Licia Lanera ha scritto: “Cuore di cane è un libricino che mi ha lasciato l’amaro in bocca, che mi ha lasciato la visione di una società malata e sconfitta, in fondo profondamente attuale. Raccontare i vizi, i difetti e le sclerosi della società attraverso l’iperbole e il fantastico, è la cosa che amo di più”.
“La forma è quella della narrazione – conclude l’attrice - ma ho riscritto i dialoghi, inventato monologhi, per rendere dinamico il racconto, ma soprattutto per operare una scelta definita sul tema che mi sta più a cuore tra i tanti presenti in questo testo: quello della contraddizione all’interno del credo politico e soprattutto la fine della coscienza e dell’ideologia politica. La lingua è poliedrica e spesso ho scelto dei dialetti per alcuni personaggi, ancora una volta per renderli quanto più miseramente vivi e vicini a noi”.
Silvio Damiani