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Melania Giglio riporta "in vita " Edith Piaf

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Un grande successo la riproposizione al Teatro OnOff di Roma della opera in atto unico sulla vita della grande cantante francese di Angelo Pugliese

Roma - 13 dicembre 2022 _ Il cartellone della stagione invernale 2022-2023 del Teatro romano “OnOff” di via Giulia 20, a pochi passi da Campo dei Fiori, nel centro di Roma, è molto interessante. Tante le opere in allestimento, ma sicuramente la settimana di rappresentazione della opera in atto unico nata da una idea della nota attrice torinese Melania Giglio sulla vita della più importante cantante francese del XX secolo, Edith Piaf è stata quella più interessante e riconosciuta con applausi e complimenti dal pubblico in sala.

La Giglio ha riportato “in vita” Edith Piaf, la più passionale e iconica eroina della canzone francese, che con la “Vie en Rose”, canzone simbolo della rinascita di una Francia “aggredita e demotivata” da 4 anni di occupazione nazista , non soffermandosi a raccontarne le gesta nel periodo migliore, appunto quello del 1946, ma prendendo spunto invece da quello più oscuro e allo stesso tempo di ennesimo rinascita, prima della sua chiusura e congedo dal sipario della vita, quello che coincide con la sua morte nel 1963.

L'atto unico in cui sotto la regia di Daniele Di Salvo, La Giglio-Piaf si autocommisera è quello  ambientato nel  1961, dopo l'ennesima disavventura legata ai motivi di salute nonché dalle delusioni di amore, chiusa nel suo appartamento, circondata solo da cimeli del tempo che fu, da una presenza invisibile agli spettatori ma molto presente nella sua realtà, della segretaria Danielle.

A rompere questo isolamento volontario è il gesto coraggioso del suo forse unico amico e in qualche maniera pigmalione, il direttore del Teatro Olympia, Bruno Coquatrix ( interpretato da un magistrale Martino Duane), che nonostante il “muro di gomma” che la Piaf ha eretto intorno a se stessa riesce a farsi ricevere e tra un flash back degli aspetti più drammatici e quelli più ironici della vita di quello che è “L'Usignolo di Francia”, tra un piatto di gallina in crosta e un buon bicchiere di vino rosso, riesce a infrangere il vetro di cristallo che racchiude la Piaf proponendogli una nuova canzone, che di fatto è la perfetta rappresentazione di quella che è stata la vita della cantante:"No, je ne regrette rien" ( “No, non mi pento di niente”) convincendola a riconciliarsi con il suo pubblico e a “salvare” L' Olympia dal fallimento con il suo grande ultimo spettacolo.

La Giglio, attrice poliedrica, di formazione shakespeariana, allieva di Ronconi e convinta sostenitrice assieme al compianto Gigi Proietti, del progetto prima e della esistenza del “Globe Theatre” di Villa Borghese a Roma, in questo omaggio alla Piaf evidenzia le sue grandi capacità interpretative e canore, che nella interpretazione del repertorio della artista parigina sembrano toccare punte mai raggiunte finora.

di Angelo Pugliese 

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