Bruxelles - 12 novembre 2022 _ La prima crisi diplomatica del Governo Meloni è con la Francia di Macron. Una crisi che probabilmente poteva essere evitata da entrambe le parti, alla luce anche del fatto che in queste prime settimane del nuovo esecutivo guidato dalla leader di Fratelli d'Italia, il Presidente della Repubblica francese aveva cercato subito di instaurare un dialogo pragmatico con la sua collega italiana, al fine di saldare, in prospettiva di bilanciamento verso la Germania, un asse tra Roma e Parigi che del resto ha dei fondamenti normativi con il famoso “Trattato del Quirinale” firmato più di un anno fa tra i due Stati.
La vicenda dell'accoglimento volontario a Tolone da parte della Francia della nave Ocean Viking con i suoi 3500 profughi, interpretata prima dalla Meloni come un gesto distensivo, poi esaltata via twitter dal ministro dei trasporti e lavori pubblici, Matteo Salvini, come una vittoria della sua linea e infine considerata dal ministro degli interni francese come ultimo gesto di umanità di una Francia disgustata da nuova linea italiana sulla chiusura dei porti alle navi delle Ong, rispecchia il fatto che entrambi i governi in carica a Roma e Parigi, al netto delle loro differenze ideologiche, sono comunque in ostaggio di forze politiche (di maggioranza in Italiai e di opposizione in Francia) che soffiano sul fuoco della questione immigrazione e non permettono ai loro presidenti di impostare le agende politiche su argomenti più degni di attenzione in questo periodo a livello internazionale.
La prospettiva di un processo di ricucitura sembra comunque esserci. E la Repubblica Ceca, che fino al 31 dicembre 2022 è Presidente di turno dell'Unione Europea cerca di riavviare una serie di contatti ufficiosi tra le due parti, che potrebbe concretizzarsi nel prossimo vertice del Consiglio Europeo dei Ministri previsto nelle prossime settimane a Bruxelles.
Ludovico Tallarita
