Bruxelles, 26 aprile 2024 - Il Parlamento europeo ha approvato nuove norme che impongono alle aziende di ridurre il loro impatto negativo su ambiente e diritti umani.
Il testo, frutto di un accordo informale con il Consiglio europeo, obbliga le imprese e i relativi partner a monte e a valle, compresi quelli per l'approvvigionamento, la produzione e la distribuzione, a prevenire, fermare o attenuare le ripercussioni negative delle loro attività su ambiente e diritti umani.
Con riferimento all’ambiente nella direttiva si citano a titolo di esempio perdita di biodiversità, inquinamento e distruzione del patrimonio naturale. In ordine ai diritti umani vengono citati schiavitù, lavoro minorile e sfruttamento dei lavoratori.
“Il voto di oggi - ha dichiarato la relatrice olandese del provvedimento, Lara Wolters - rappresenta una svolta in termini di responsabilità aziendale e un importante passo avanti nella lotta alle pratiche da Far West di alcune imprese ai danni delle persone e del pianeta. Queste norme sono il frutto di un compromesso raggiunto faticosamente dopo anni di difficili negoziati. Sono orgogliosa dei risultati ottenuti con i nostri alleati progressisti. Durante la prossima legislatura ci impegneremo non soltanto per una rapida attuazione di questa legge, ma anche per rendere l'economia europea ancora più sostenibile.”
La direttiva sul dovere di diligenza ha ricevuto il voto favorevole di 374 parlamentari, contrari 235 e 19 astenuti.
Le nuove norme riguarderanno sia le società madri e le imprese dell’UE con oltre mille dipendenti e un fatturato mondiale superiore a 450 milioni di euro, sia i franchising nell'Unione con un fatturato di più di 80 milioni, di cui almeno 22,5 provenienti da diritti di licenza. Saranno coinvolte anche le società madri, le imprese e i franchising di paesi terzi che raggiungono le stesse soglie di fatturato nell’UE.
Tutte queste società saranno tenute a integrare il dovere di diligenza nelle loro politiche, realizzare investimenti ad hoc, ottenere garanzie contrattuali dai partner, migliorare il loro piano aziendale o fornire sostegno ai partner commerciali di piccole e medie dimensioni per assicurarsi che rispettino i nuovi obblighi. Dovranno anche adottare un piano di transizione per allineare il loro modello di business alla soglia di 1,5 °C di riscaldamento globale fissata dall’Accordo di Parigi.
Gli Stati membri avranno l'obbligo di mettere a disposizione delle aziende informazioni dettagliate sul dovere di diligenza tramite portali online contenenti gli orientamenti della Commissione UE. Dovranno anche istituire o designare un’autorità di controllo incaricata di indagare e sanzionare il mancato rispetto delle norme, ad esempio denunciando per screditare le imprese in questione o multandole con ammende fino al 5 % del loro fatturato netto mondiale.
In aggiunta, una rete europea delle autorità di controllo istituita dalla Commissione faciliterà la cooperazione e lo scambio di migliori pratiche. Le società che violano il loro dovere di diligenza dovranno rispondere dei danni causati e risarcire appieno le vittime.
La direttiva dovrà ora essere formalmente approvata dal Consiglio, firmata e infine pubblicata nella Gazzetta ufficiale dell'UE. Entrerà in vigore 20 giorni dopo la pubblicazione. Gli Stati membri avranno due anni per recepire le nuove norme nel diritto nazionale.
Ludovico Tallarita