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Pesticidi: in Australia - 97% in 30 anni nei campi di cotone

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Il nuovo continente è un modello per la coltivazione sostenibile del cotone

Sidney - 25 giugno 2024 _ In Australia tra il 2014 e il 2019 l'uso dei pesticidi è diminuito del 18%  e, negli ultimi trent'anni, del 97%. Lo riferisce Adam Kay, Ceo di Cotton Australia, che ha inoltre  affermato che la valutazione è un'altra indicazione dell'impegno dell'industria del cotone nel migliorare continuamente i propri risultati ambientali e di sostenibilità. 

Il cotone è uno dei materiali più usati dalle industrie tessili e di abbigliamento. E non se ne spreca nessuna parte: proprio come il maiale: la fibra certamente, ma anche fusti e foglie, per concludere con  i semi e persino le loro bucce. Dai 230 chili di una balla di cotone si possono ricavare approssimativamente 250 lenzuola e oltre 1.000 federe, 800 camicie da uomo, 200 paia di jeans, 700 asciugamani. E anche altri materiali non tessili quali cotone per uso medico e industriale, pannolini, fazzoletti.

Il consumo di cotone in fibra costituito per l'84% per abbigliamento e tessuti per la casa, mentre il cotone per uso industriale copre il 10% del totale; infine il non-tessile arriva al 6%.

Pur occupando su scala mondiale meno del 3% delle superfici agricole la coltivazione del cotone normalmente necessita di notevoli quantità di pesticidi e insetticidi.  A ciò va aggiunta l’enorme necessità d’acqua per coltivare il cotone: il WWF ha calcolato che occorrono 2.700 litri d’acqua per produrre il cotone necessario per una sola maglietta, da qui l'elevato impatto negativo sull’ambiente, oltre che sulla salute dell’uomo.

La terra dei canguri è uno dei principali produttori di cotone al mondo e ha dimostrato un forte impegno verso la sostenibilità e la tutela dell’ambiente nel relativo settore industriale. Il drastico calo dell’uso dei pesticidi è stato possibile grazie all’introduzione del cotone geneticamente modificato resistente agli insetti.  La varietà modifica, nota come cotone BT produce una proteina che elimina l’eliotide, il principale parassita del cotone, riducendo così la necessità di insetticidi.

Con la nuova tendenza si è registrata un notevole miglioramento delle conseguenze sull’ambiente. Oggi, i campi di cotone in Australia ospitano una maggiore varietà di insetti e animali selvatici, segno di un ecosistema più equilibrato e anche la fauna locale è ritornata a frequentare i campi di cotone.

La drastica riduzione dell’uso dei pesticidi testimonia l’impegno dell’industria del cotone verso pratiche agricole più ecologiche, come quelle biologiche. 

Investimenti in ricerca e innovazione continuano a rivestire un ruolo cruciale nel garantire che l’Australia possa mantenere la sua posizione di leader nella produzione di cotone, bilanciando produttività e sostenibilità.

Ludovico Tallarita

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