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Putin non ha rispettato le teorie militari e ha dovuto ripiegare

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Intervista al Generale Domenico Rossi, già vice-ministro alla Difesa tra il 2014 e il 2018 (Parte 1)

Roma, 20 novembre 2022-Domenico Rossi, 71 anni, Generale dell'Esercito in pensione, già sottocapo di Stato Maggiore e soprattutto parlamentare e sottosegretario di Stato alla Difesa tra il 2014 e il 2018, è uno dei migliori “analisti" in circolazione di cose militari e non si sottrae a nessuna richiesta giornalistica in merito ad una valutazione “tecnica” sull'andamento del conflitto in Ucraina e ha risposto con piacere alla nostra richiesta di intervista sia sulla vicenda bellica in corso che sui rischi di venti di guerra in Medio Oriente e in Estremo Oriente, che data la lunghezza verrà divisa in due parti.

1)Generale, siamo a 9 mesi dall'inizio di questa guerra di aggressione all'Ucraina. Si sarebbe mai immaginato a febbraio che le forze ucraine sarebbero riuscite ad evitare il cambio di governo e la creazione di un governo fantoccio a Kiev?

Nessuno inizialmente avrebbe potuto avere la sicurezza che di fronte al proditorio attacco russo le forze ucraine sarebbero riuscite a resistere e ad evitare soprattutto quello che era il principale obiettivo del presidente Putin: l'instaurazione di una nuova governance filorussa al posto di quella in atto.

Peraltro ,sotto un profilo militare ,ero rimasto subito profondamente perplesso sulla concezione di un attacco che non rispettava almeno due dei requisiti che erano stati alla base degli insegnamenti dottrinali nella mia carriera: l'individuazione dello sforzo principale e la gravitazione su di esso in termini di rapporto almeno di tre a uno. Si è assistito invece fin da subito ad un attacco contemporaneo su tre fronti ,da nord da est e da sud, che pur guadagnando ovviamente terreno non aveva la capacità di arrivare in profondità. Il resto l'hanno fatto più elementi.

Per quanto riguarda positivamente  l'Ucraina: la conoscenza del terreno, la volontà delle truppe e della popolazione di sentirsi unite nella resistenza, l'addestramento delle forze che comunque dal 2014 temevano un possibile attacco russo , l'essenziale supporto anche iniziale dell'intelligence soprattutto americana e successivamente l'invio delle armi da parte occidentale e americana.

Per quanto riguarda negativamente la Federazione Russa : la confusione del piano militare, la scarsa sinergia  nelle catene di comando, la difficoltà nei rifornimenti logistici e man mano lo scarso addestramento di parte del personale.

Non dimentichiamo che al'inizio della guerra nonostante sia stata  chiamata "operazione speciale" , è stata di fatto “svolta” soprattutto  con militari in servizio di leva, cui erano stati nascosti addirittura lo scopo e l'obiettivo dell'azione.

In sintesi ,Putin non ha raggiunto l'obiettivo iniziale e ha  dovuto ripiegare su un obiettivo minore ovvero il Donbass, continuando con il pretesto della vessazione della popolazione filorussa.

L'attuale controffensiva ucraina ha consentito dei riguadagnare parte del territorio ancorchè relativo se confrontato con quello ancora in possesso russo.

 


2) Generale, lei è stato sottosegretario alla Difesa nel 2014 col governo Renzi, iniziando il mandato proprio nelle settimane successive alla invasione della Crimea da parte della Russia. In ambito Nato qualcuno nel 2014 si sarebbe immaginato che poi 8 anni dopo Putin avrebbe deciso di fare una invasione " vecchio stampo" di tutta l'Ucraina?


Non mi risulta che almeno inizialmente tale opzione  fu individuata come una reale possibilità, ferma restando l'eventualità di tale minaccia.

Ciò anche perché se è vero che  la federazione russa aveva conquistato, senza colpo ferire, la Crimea e aveva immediatamente aiutato, in modo occulto,l e le due autoproclamatesi Repubbliche indipendenti del Lugansk e del Donestk fu  peraltro quasi contestuale la firma del primo e poi soprattutto del secondo protocollo di Minsk (Ucraina,Russia,Germania,Inghilterra) proprio per cercare di risolvere in modo consensuale la situazione creatasi dopo il 2014. 

Il progressivo  fallimento di questo secondo protocollo avrebbe dovuto portare a considerare maggiormente la possibilità di una invasione russa.

Ciò fermo restando che l'intelligence americana in prossimità dell'invasione aveva mandato diversi segnali di allarme ,preannunciando un'invasione, cui occorre ammettere i paesi europei hanno dato parziale credibilità. 

 

Angelo Pugliese

( fine prima parte)

 

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